Come mi vesto oggi?

26/01/2017

Come rivalutare un cappotto color cammello (weekend in agriturismo nel bosco).

Il cappotto color cammello: un capo classico

Buongiorno amiche, comemivestooggi blog ora vi parlerò del paltò 3.0 recuperato direttamente dal vostro armadio.
Il cappotto cammello è tornato in auge e cosa aspettate a toglierlo dalla naftalina?...io l'ho fatto! Inoltre è stato anche riproposto in versione oversize, remake degli anni '80, cosa desiderare di più dalla vita? 
I coats, in generale, non devono mai essere buttati (a patto che non siano troppo logori) perché sono capi classici che nel corso delle stagioni vengono solamente reinterpretati utilizzando con alcuni piccoli accorgimenti, come si è potuto notare anche sulle passerelle di quest'anno. 

Il mio è un cappotto a longuette color beige cammello, in lana e cachemire con collo in pelliccia.
Se invece nell'armadio avete il cappottone lungo va benissimo, anzi è assolutamente di tendenza.

Come valorizzare il cappotto color cammello

Ora veniamo al sodo. Come valorizzare un cappotto abbandonato a se stesso nel vostro guardaroba? Semplice! Basta aggiungere un cinturone al girovita. 
Dovete rassegnarvi, le cinture son tornate di moda più che mai in omaggio agli anni '70Deve esser alta, con una fibbia importante e di un colore che stacchi assolutamente dal soprabito. Ma non è finita qui, perché il cinturone non basta!
Bisogna indossare il cappotto un po' aperto, quindi senza abbottonarlo, e chiuderlo utilizzando solamente la cintura.
La cintura dovrà essere chiusa in modo aderente per valorizzare il girovita, senza però rischiare la "vita". Non deve diventare un laccio emostatico, per intenderci.
L'effetto è semplicemente chicosissimo, avrete un cappotto nuovo nuovo di zecca e senza avere speso un euro. In più slancia la figura e allunga la gamba. 
Una volta tolto il vostro coat potete mettere la cintura in standby nella bag bauletto oppure anche in una big bag, per poi riprenderla al momento di indossarlo di nuovo, non è molto complicato! A volte lo sono molto di più le zip o bottoni, no?!

E' un cappotto prettamente da giorno, ma il suo collo con pelliccia gli dà quel tocco glam per essere portato anche la sera con una bag rigorosamente nera.
Io qui lo porto con un bauletto day bag, vista la mia gita fuori porta!

Il mio outfit

Con questo cappotto classico ho voluto sdrammatizzare indossando un abito dal battito animale. Perfetto per donne dallo spirito un po' selvaggio e dall'eleganza felina.
L'animalier è uno stile dalle molteplici identità. Infatti io sono una donna tendenzialmente portatrice sana di capi classici, ma nella vita bisogna anche rischiare con capi più azzardati, basta avere buon gusto e non esagerare con gli accessori.
Non a caso, questo abitino dall'apparente aggressive style, mantiene un suo bon ton, in quanto il tessuto è un animalier coperto che si intravedere solo sotto un tulle nero. Quindi un po' meno appariscente.


Come jewels ho indossato solamente una collana "sculture da indossare", altrimenti si rischia davvero un effetto pacchiano, oltre che ridicolo.
L'AnimalDress è un capo non semplice da portare, infatti non è stato facile neanche per me perché c'è sempre l'incognita caduta di stile. Ho cercato di indossarlo in modo semplice ed essenziale, poiché ritengo che quest'abito non abbia bisogno di molti fronzoli. Deve essere lui il protagonista indiscusso. 

Fashion + Travel

Comemivestooggi  é in mood slow, perché rallentare può diventare un vero alleato della bellezza
Stress abbinato all'inverno è la situazione migliore per mettere a dura prova la pelle, quindi prendetevi una pausa per il weekend

Concedetevi un little trip fuori porta, ad esempio in un antico casolare immerso nel bosco dove trovare silenzio e lentezza
Sono due parole cadute in disuso e che spesso dimentichiamo, invece dovremmo dare loro l'importanza che hanno, un'importanza che abbiamo perduto col tempo. 

Qui potete trovare il piacere di ascoltare la natura e deliziare il palato. Troverete il sapiente connubio tra fascino del passato e comodità dei tempi moderni.
Luogo inoltre ad alto interesse storico e naturalistico. Vedi approfondimenti di Christian a piè pagina, molto interessante.  

www.comemivestooggi.it vi dà appuntamento alla prossima settimana, con altri post. Scrivetemi, se vi va, per sapere come è andata con il vostro nuovo cappotto rivisitato e buona vita glamour...

 

 
 

 

 
 
 
 
 
 

 

 

 
Coat:Blue Angel
AnimalDress:Kaos - Kaos on line
Gloves:Borbonese

Shoes:Marco Tozzi by Zalando

Bag:Carpisa
Jewel:-Sculture da indossare- by Artist Dennys Gordini
 
 
 
A special thanks for photos to:
 
L'immagine può contenere: una o più persone, fumare, barba e primo piano
A special thanks for location to:
 
L'immagine può contenere: pianta, fiore e spazio all'aperto
 
Approfondimenti di Christian.
 
La Regina del Bosco”, un antico casolare, immerso nel bosco della località dalle profonde radici storiche, posto in una zona isolata, dove a levante vi è il primitivo “stradon” della villa di Isernico, a mezzodì l’antica strada che tende a Isernico ed a ponente l’antica via Anaxum, antico nome romano del fiume Stella, che  in certi periodi del anno è avvolto da una misteriosa nebbia. 

L’agriturismo evidenzia strutturalmente le antiche culture Medioevali, é facile, sui muri, intravedere anche antichi resti romani, non a caso da anni scavi archeologici nella zona portano alla luce resti del passato romano.
Il casolare acquisì il nome dalla Signora Regina, una delle ultime persone che visse nella struttura e che tramandò  l’antica leggenda che avvolge il luogo.
La leggenda ha inizio alla fine del V secolo, quando la pianura friulana veniva devastata, dall'invasione degli Unni condotti da Attila, il quale ferito, si isolò nella località il Bosco per salvarsi la vita. Si narra che durante queste invasioni, i Romani nascosero ori e preziosi per evitare i saccheggi. Nei primi anni del XX secolo, dei contadini arando la campagna nei pressi dei “Prats di Albìn” portarono alla luce anfore ricolme d'oro. I contadini nascosto il tesoro si recarono a casa a festeggiare ma quando il giorno dopo tornarono per prendere il bottino non trovarono più nulla. Probabilmente qualche cacciatore intravide la situazione ed anticipò i campagnoli nel recupero degli ori.
O forse, in realtà, i contadini lo nascosero in quel luogo che la Signora Regina curò e protesse con tanto amore e dedizione e che nessuno anc
ora oggi osa violare.

NATURA

Ubicato nella località il bosco, nel parco dello Stella in una zona salvaguardata dall'Unione Europea in quanto Sito di Importanza Comunitaria.
Immerso nell'affascinante passaggio del fiume stella, avvolto da naturalistici boschi ripariali, nei quali all'interno è possibile intravedere olle alimentate dalle peculiari risorgive della zona, caratteristiche impareggiabili che plasmando il microclima, favorirono la permanenza di piante endemiche.

Vengono organizzate gite in carrozza verso affascinanti luoghi naturali, gite in barca sul fiume Stella costeggiando villa Badoglio, villa Otello e l’acquario regionale del ente tutela pesca e gite notturne alla scoperta di caprioli, aironi e fauna selvatica.
Nel retro del casolare padronale, vi è la presenza di un antichissimo vigneto, composto da secolari varietà autoctone,  raffiguranti  un  articolata morfologia che rappresenta la cultura di un tempo.
Su di esso vennero fatti degli studi pubblicati nel libro titolato: La vite nella storia e cultura del Friuli.

Storia

Sin dal epoca romana la località fu un sito strategico: il terreno argilloso ed i boschi, furono essenziali materie prime per le fornaci, ed il fiume Stella, un tempo chiamato ANAXUM, fu una strategica via di transito.
Nel periodo medioevale il luogo era chiamato IL BOSCO DI ISERNICO. Rimase per secoli un isola imperiale, un piccolo possedimento austroungarico all'interno di un territorio conquistato dalla Serenissima. Nacquero quindi delle discussioni legate ai confini.
Si giunse al 1753, anno in cui dopo diversi secoli di dispute, le due potenze raggiunsero un accordo, “tracciando” i confini, ed esponendo sul casolare un leone alato, simbolo della condizione di pace della SERENISSIMA.

L'antico vigneto

IL REPERTO ENOLOGICO DI JESERNICH UN VINO UNICUM prodotto da un vigneto composto da antiche varietà autoctone risalenti alla fine del XIX secolo.
Le antiche viti espongono ARCAICHE CULTURE UMANE, rappresentate da un articolata morfologia strutturale, evidenziata dall' "ORDINATO DISORDINE DI UN TEMPO", condizionate da gli avvenimenti storico millenari della località JESERNICH.
Il vigneto è ubicato nel parco del casolare medievale nominato LA REGINA DEL BOSCO
una struttura, posta SU UN  INCROCIO PROTOSTORICO CHE POSE IMPORTANTI SINNERGIE TRA CIVIDALE DEL FRIULI, IESERNICH, AQUILEIA E MARANO LAGUNARE e  che nella storia ebbe FUNZIONALITÀ  RELIGIOSE,  avvolta da una misteriosa e remota leggenda, su cui è posto un cippo Millenario da secoli  venerato.
L'antico vigneto è ubicato sui fianchi dell’antica VIA ANAXUM, nome con cui i Romani chiamarono l’attuale fiume Stella, nel cuore delle risorgive friulane, in una zona avvolta da un microclima che favorisce le qualità organolettiche del NOME!!!!
Tesori storico naturalistici del PARCO DELLO STELLA, che hanno sino a quest'oggi hanno nascosto e salvaguardato un patrimonio culturale enologico.
 
Visualizzazione di IMG_0542 (6).JPG

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Consuelo Zamparo

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Consuelo Zamparo

Sono una Curatrice di Immagine, Armocromista e Consulente di Shopping consapevole.  Non sono una coach, né una maestra di stile, ma una donna che vuole dare consigli professionali e ad altre donne. Per ogni donna ci sarà il raggiungimento del proprio obiettivo attraverso un percorso “sartoriale”, quindi personalizzato e su misura.

Mi sono formata a Milano presso “Accademia Italian Image Institute” di Rossella Migliaccio e ESR Italia.

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